bo burnham

Ho scoperto Bo Burnham con Make Happy ed è stata una vera e propria sorpresa visto che sono idiosincratica verso tutto ciò che può essere imparentato con il musical, o avvicinarsi a essere una serrata successione di numeri musicali. Nel caso di Make Happy, amore al primo ascolto. Miracoli del talento, quello vero.

Burnham è un comedian anomalo, i suoi pezzi sono tutti musicali e, come dimostra Inside (ne abbiamo parlato qui), è musicalmente versatile ed eclettico. Le sue canzoni (le trovate anche su spotify) sono pensate per essere non solo ascoltate, ma anche osservate, visto che sono pur sempre la struttura portante di una performance live, ma anche semplicemente ascoltate danno grandi soddisfazioni. Qui di seguito ne ho scelte dieci, facendo grande fatica a non infilare tutte quelle di Inside.

I brani che seguono non sono in un particolare ordine e sono tratti dagli spettacoli What. (2013) Make Happy (2016) e dallo speciale Inside (2021). Li trovate su Netflix. Per avere un’idea delle sue prime produzioni (ad esempio Words, Words, Words, 2010), youtube potrà soddisfare ogni vostra curiosità.  

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Can’t Handle This (Make Happy)

Il numero di chiusura di Make Happy è probabilmente il mio preferito in assoluto. Bo Burnham fa ironia sulle Pringles e sul dramma di un burrito da cui fuoriescono gli ingredienti. Il pezzo è divertentissimo, oltre che musicalmente accattivante, finché Burnham non piazza le riflessioni finali che mettono a fuoco il senso dello show e lo stato d’animo e mentale con cui approccia ogni serata.

Sexting (Inside)

Burnham ironizza tragicamente su come il sexting, in piena pandemia, sia diventato effettivamente l’unico mezzo di contatto intimo. Come per White Woman’s Instagram (vedi più giù), realizza un vero e proprio videoclip (che per qualche oscuro motivo non è a disposizione su youtube, ma mi riservo di aggiornare l’articolo.).

From God’s Perspective (What.)

Parliamo sempre di come noi intendiamo dio e del comportamento che secondo noi lui vorrebbe tenessimo per compiacerlo. Ma lui come ci vede, come (e se) ci considera? Probabilmente proprio così.

White Woman’s Instagram (Inside)

Sicuramente siete famigliari con quel genere di post Instagram in cui il soggetto in questione mette in scena una propria versione casual chic, o boho-romantic, con momenti thought provoking. E avrete sicuramente notato che questi account finiscono inevitabilmente per assomigliarsi l’uno con l’altro e urlare autoreferenzialità da tutti i pixel. Ecco.

We Think We Know You (What.)

Numero di chiusura di What. in cui Burnham presenta tre tipologie di approcci ne suoi confronti, prende questi attegiamenti manipolatori, li smembra e li riconfigura in un brano elettro pop trascinante.

Straigh White Male (Make Happy)

Uno dei leitmotiv di Burnham, già dai tempi di Words Words, Words, è l’incompresa sofferenza delle persone bianche. Qui si diverte a esporre i problemi che attanagliano e tengono sveglio il povero maschio bianco etero.

Repeat Stuff (What.)

Qui sotto la lente d’ingrandimento è un intero genere musicale, furbissimo ma vuoto e privo di qualsiasi intento artisco e che mira solo a mettere le mani in tasca alle adolescenti.

Jeffrey Bezos I e II

Un pezzo elettronico che ti sequestra le sinapsi e non c’è riscatto che tenga. Più che Bezos, il testo mortifica gli altri miliardari che ora al suo confronto paiono dei pezzenti. Ma il messaggio di fondo che arriva è quanto sia mostruoso che tanto potere e denaro siano accentrati nelle mani di un singolo individuo. Probabilmente se Bezos non avesse il potere di fare causa da qui all’eternità a Burnham e Netflix per sette generazioni, forse il testo sarebbe stato un po’ più esplicito.

 

Country song (Make Happy)

Se in What. Burnham ha messo a nudo il cinismo dietro le canzoni studiate a tavolino per il pubblico adolescente, qui il bersaglio è quel tipo di country che del genere di appartenenza imita disonestamente solo gli aspetti più commerciali.

All Eyes On Me (Inside)

Qui niente ironia, nessun intento irridente, solo la resa a una situazione ormai irredimibile. Non resta che calamitare aggressivamente l’attenzione su si sé, così come brama ogni performer.

Bonus Track (aka cheating: non potevo escluderla): Welcome To The Internet (Inside)

Su internet puoi trovare di tutto, passare intere giornate (e nottate) intrattenuto da qualsiasi cosa, ma arricchito da niente. Eppure, forse, si narra non sia stato sempre così.

 

 



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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